Onorevoli Colleghi! - Il risultato delle recenti elezioni politiche ha confermato i timori espressi da moltissimi esponenti del mondo della politica, degli studiosi della Costituzione, del giornalismo parlamentare e perfino da molti autorevoli matematici all'indomani della approvazione della legge 21 dicembre 2005, n. 270.
      Quello che era paventato come un rischio si è dispiegato concretamente in particolare al Senato, dove un sistema elettorale perverso - e che corrisponde esattamente alla definizione data dal suo principale estensore materiale, il Ministro Calderoli - legando il meccanismo di assegnazione del premio di maggioranza alle singole regioni ha impedito la formazione di una solida maggioranza.
      Non è questo ovviamente l'unico elemento censurabile della nuova legge elettorale, che dovrà al più presto essere sottoposta a una radicale revisione; ma con la presente proposta di legge si intende in questa circostanza sottolineare un altro degli aspetti della nuova normativa, certamente uno dei più criticati anche da parte di settori di quella maggioranza che quella legge l'ha imposta al Parlamento e al Paese, pur consapevole dei gravi danni che con essa si sarebbero prodotti: ci si riferisce in questo caso alla questione delle preferenze.
      Con la nuova normativa, come è noto, si è radicalmente minato il principio della rappresentanza, impedendo agli elettori di giocare, nelle varie fasi del procedimento elettorale, un ruolo importante anche all'interno dei partiti, nel momento della formazione delle liste, e - soprattutto - impedendo loro di scegliere un candidato particolare all'interno delle liste stesse al momento della espressione vera e propria del voto al partito prescelto.
      È stato giustamente sottolineato come con la legge n. 270 del 2005 si sia nei fatti affidato alle segreterie e agli organi dirigenti

 

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dei partiti non solo la scelta dei candidati ma, nella sostanza, la stessa composizione delle Assemblee parlamentari: come è effettivamente avvenuto, essendo l'ordine di lista l'unico criterio utilizzato.
      Con la presente proposta di legge si intende quindi riaffidare agli elettori la scelta dei loro rappresentanti in Parlamento, attraverso la reintroduzione del voto di preferenza.
      Si tratta evidentemente di un primo passo, di un primo parziale obiettivo, in attesa di una più generale e radicale revisione delle norme per l'elezione della Camera dei deputati e del Senato della Repubblica.
 

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